Mi chiamo Nicholas e nel 2013 – 14 ho frequentato il “Corso per volontari nella cooperazione internazionale” grazie al quale ho potuto apprendere tantissime cose su questo mondo; ho avuto molte occasioni di confronto e alla fine ci è stata data la possibilità di svolgere uno stage con una delle associazioni presentateci.
Tra tutte la mia scelta è ricaduta su Moxa (Modena per gli altri) un’associazione attiva da anni ormai, volta ad aiutare e collaborare con le nazioni che hanno subito la colonizzazione italiana, nello specifico Etiopia ed Albania. I progetti che porta avanti sono principalmente in ambito agricolo e sanitario e allo stesso tempo si preoccupa di salvaguardare la memoria della colonizzazione attraverso la raccolta di materiale e documenti, in modo da non dimenticare ciò che è stato.
Vista la mia formazione in ambito agrario, la mia esperienza di due mesi in Etiopia si è concentrata nel settore agricolo, in particolare ho seguito la “Rete dei mieli”, progetto che da ormai dieci anni si è dato l’obiettivo di aiutare i contadini di diversi villaggi, dislocati un po’ in tutto il paese, nella lavorazione e nella commercializzazione del miele da loro prodotto, sia con metodi tradizionali, sia con l’utilizzo di arnie moderne. Nonostante le prime difficoltà dovute alla lingua, lavorare con i contadini è stato molto interessante: dal confronto con loro io ho imparato tantissimo sui metodi di allevamento tradizionali e sulle temute api africane e nel contempo ho portato la mia esperienza di apicoltore “europeo”.
Dal punto di vista umano l’Etiopia mi ha lasciato tantissimo, l’ospitalità dei contadini è una cosa che non dimenticherò facilmente, mangiare kolò (piselli secchi e chicchi d’orzo tostati) sorseggiando un buon caffè, le chiacchiere mangiando con le mani dallo stesso piatto, spalla contro spalla, i bambini che ti cercano appena varchi la soglia di casa, ma soprattutto la semplicità e il modo di vivere molto, forse troppo lontano dai nostri “schemi” sono cose che porterò sempre con me.
Sono convinto che un’esperienza del genere debba essere vissuta da tutti perché, sembra una banalità, ma lascia davvero tantissimo e una volta tornati a casa si vedono le cose in un modo diverso.
Nicholas Lazzarini
Gennaio 2014